I N T R O D U Z I O N E
Quello che ci apprestiamo a leggere in questo piccolo volume
è la sintesi di una ricerca effettuata sui documenti giacenti presso
l’archivio della Sezione del Tiro a Segno Nazionale di Lonigo dalla sua
costituzione come Società di Tiro a Segno sino ad oggi. Alcuni documenti
ritenuti di interesse generale storico - sociale sono inoltre stati riportati
integralmente.
Nella seconda parte, viene riportato un breve riassunto delle norme staturarie
dell’Unione Italiana di Tiro a Segno, il
“Regolamento per l’uso del poligono di tiro “ ed il “Regolamento
Interno”.
Questa modesta dispensa è dedicata a tutti coloro che
a vario titolo, nel corso degli anni, hanno donato parte del loro tempo e delle
loro energie per fare sì che il Tiro a Segno di Lonigo potesse continuare
a progredire ed a raccogliere al suo interno quelle persone che appagando la
loro passione sportiva intendono vivere in armonia e reciproco rispetto con
il loro prossimo.
Un particolare pensiero va al caro e mai dimenticato Benito Mizzon, che tanti
anni dedicò a questa istituzione.
a cura di Ugo Tagliaferro
N.B. Lo stemma del Tiro a Segno riportato in alto a sinistra è quello antico già in uso nei primi decenni del 1800 sormontato dalla corona reale e recante sul petto dell’aquila lo scudo con la croce di Casa Savoia.
Lonigo, antica “ Leonicum “ romana, cittadina della
Provincia di Vicenza, il centro più importante (conta attualmente 15.000
abitanti) e capo mandamento del Basso Vicentino, riuscì ad ottenere il
suo Tiro a Segno nel lontano 1915.
La “SOCIETA’ MANDAMENTALE DI TIRO A SEGNO DI LONIGO” , alla
quale fu affidato l’impianto, si costituì in data 19 Giugno 1911,
presso la sede del Municipio, presenti in numero considerevole gli aderenti
all’iniziativa.
Si deve considerare comunque che una prima costituzione di società come
quella in argomento si era già avuta nel 1883, per effetto della Legge
2 Luglio 1882 N. 883, ed era stata riconosciuta dalla Direzione del Tiro a Segno
Nazionale di Vicenza con decreto prefettizio dello stesso anno. Il 20 gennaio
1884 si procedeva anche alla nomina della Presidenza della Società la
quale dopo aver dato corso inutilmente, per ben due anni, a varie pratiche per
ottenere la costruzione del poligono di tiro, scoraggiata da tale situazione,
rassegnò le dimissioni in data 27 dicembre 1885.
Torniamo ora alla seduta che istituì la Società che riuscì
a portare a termine la costruzione del Poligono di Tiro.
Come abbiamo detto essa si svolse in Municipio, il 19 Giugno 1911, presente
tra gli altri il promotore della sottoscrizione, il signor Giovanni Furlan di
Lonigo il quale, già dall’inverno del 1909, si era attivato per
la raccolta delle firme necessarie per la richiesta di costruzione di un impianto
di Tiro a Segno.
A presiedere l’assemblea dei sottoscrittori fu invitato l’eminente
cittadino signor Donato Donati.
La società fu dichiarata costituita all’unanimità e si nominò
una commissione incaricata di espletare le pratiche relative all’istituzione
di questo nuovo organismo e a convocare quanto prima gli aderenti per la nomina
delle cariche sociali.
Questa commissione era composta dai signori: Furlan, Valiano, Donati, Mossolin,
Pasini G. e Bevilacqua.
Il 2 Settembre del 1911, nella persona del Maggiore Ispettore Provinciale, l’Ispettorato
del Tiro a Segno Nazionale per la Provincia di Vicenza, nell’esprimere
compiacimento per la lodevole iniziativa, rendeva noto alla Commissione del
Tiro a Segno di Lonigo che la Società, per essere ufficialmente costituita,
doveva avere l’autorizzazione della Regia Prefettura della Provincia di
Vicenza. Detta autorizzazione pervenne con lettera in data 27 dello stesso mese.
Con essa si stabiliva che i membri dell’Ufficio di Presidenza dovessero
essere in numero di cinque.
In data 18 Novembre 1911 il Comando della Divisione Militare di Verona, su proposta
dell’Ispettorato Provinciale di Tiro a Segno Nazionale di Vicenza, nominava
il Direttore ed il Vice Direttore di Tiro rispettivamente nelle persone dei
signori: Mugna Mario, Sottotenente di Complemento di Cavalleria in congedo e
Antonin Silvio, Sottotenente di Complemento dei Bersaglieri in congedo.
Il pomeriggio del giorno 26 Dicembre 1911, presso la sede municipale, si riunirono,
con il Sindaco signor Dalla Torre cav. uff. avv. Pietro, i nominati a ricoprire
le cariche sociali per la Presidenza ed il Consiglio Direttivo della Società.
Primo Presidente fu il signor Carlotto Gustavo Adolfo, membri i signori Pasini
Giuseppe e Fortuna Rag. Giovanni, Segretario il signor Scortegagna Giuseppe.
E’ probabilmente superflua la notazione che i componenti di questo primo
Ufficio di Dirigenza erano tutti personaggi di spicco della comunità
leonicena.
Il 10 di Maggio del 1912, nell’ufficio sociale, la Presidenza, il signor
Capitano Schiesari, rappresentante il Genio Militare di Verona, ed il signor
Cav. Giovanni Carraro, Ingegnere Civile, si riunivano per la scelta della località
per il costruendo nuovo poligono di Tiro a Segno. Dopo aver esaminato tre diverse
località, la scelta cadde su un terreno sito in via Bonioli di proprietà
dei signori Corradini Almerigo e Bortolo fratelli e Teobaldo loro padre, unitamente
ad un tratto di terreno di proprietà del Cav. Avv. Pietro Dalla Torre.
Tale terreno rispondeva allo scopo anche per il prezzo richiesto che fu considerato
estremamente conveniente. I proprietari del terreno interessati firmarono i
preliminari di vendita e la seduta fu tolta facendo voti che si potesse avere,
nel minore tempo possibile, l’approvazione Ministeriale della Società
e poter stipulare in brevissimo tempo i regolari contratti di compravendita
e quindi procedere alla presentazione del progetto del nuovo poligono che..
“da tanto tempo Lonigo tutta richiede”.
Recante la data dell’11 Maggio 1912, veniva stampato ed esposto dalla
Società Mandamentale di Tiro a Segno Nazionale di Lonigo, un manifesto
così concepito:
“ EGREGI SOCI !
Questo primo manifesto che noi oggi pubblichiamo Vi dà la sicurezza che
la tanto desiderata Società di Tiro a Segno Nazionale a Lonigo è
costituita e vive piena di energia, desiderosa di poter presto funzionare; e
Vi invita tutti a portare il Vostro saluto ed il Vostro plauso ai nostri Fratelli
della classe dell’88 reduci dalle lontane spiagge di Libia donde ritornano
alla loro Città che degnamente rappresentarono.
La Vostra anima che vibra così fortemente del sentimento di Patria, acutissimo
proverà il desiderio di accorrere ad incontrare i prodi Fratelli, e perciò
noi Vi invitiamo a volere, in forma ufficiale, figurare al ricevimento di essi
partendo dal Palazzo Municipale assieme al corteo alle ore 7 pom.
EGREGI SOCI !
In questo momento per Italia glorioso, con l’augurio che il Turco fiaccato
riconosca la nostra sovranità sulla Tripolitania e Cirenaica, con l’augurio
che pur tutti i Soldati d’Italia abbiano ben presto posa alle fatiche,
agli stenti ed ai pericoli che sempre pronti affrontarono, mandiamo a Loro e
a chi col suo sangue e la vita consacrò le nuove terre, il nostro saluto
ed il nostro evviva. “
LA PRESIDENZA
Gli anni che seguirono videro la Dirigenza della Società impegnata a
produrre domande e documenti onde ottenere la costruzione del poligono di tiro
a segno. Numerose sono le lettere in partenza ed in arrivo per e dal Ministero
della Guerra ed il Genio Militare competenti per il rilascio delle autorizzazioni
e le concessioni dei fondi per la realizzazione dell’opera. Certamente
rilevante, dal punto di vista del risultato, fu l’interessamento, presso
il Ministero della Guerra, di un insigne cittadino di Lonigo: il Principe Alberto
Giovanelli, Deputato al Parlamento Nazionale, come risulta da varia corrispondenza
intercorsa tra egli ed il signor Gustavo Adolfo Carlotto, Presidente della Società,
che si trova agli atti della Sezione.
Già in quel tempo veniva inoltre chiesto al Principe Giovanelli l’interessamento
presso il Presidente della Società per eventuali assunzioni in qualità
di custode, presso il futuro poligono, da parte di persone in cerca di occupazione.
Cominciarono inoltre ad arrivare anche circolari dall’Ispettorato Provinciale
del Tiro a Segno per la Provincia di Vicenza recanti le norme fissate dal Ministero
della Guerra. Di una di queste, la numero 11 di protocollo in data 21 Gennaio
1914, si riporta il testo per dare l’esatta idea di quale fosse a quel
tempo l’importanza delle Società di Tiro a Segno e degli incarichi
all’interno delle stesse. La circolare in oggetto era indirizzata “
A tutte le Presidenze, Direzioni delle Società della Provincia “
ed era scritta a mano; il suo testo è il seguente:
“ Nella visita passata lo scorso anno, alla maggior parte delle Società
di Tiro della Provincia, lo scrivente riportò il convincimento che presso
tutte le società le esercitazioni e le lezioni di tiro, non vengono eseguite
secondo i regolamenti in vigore; e tanto meno con ordine e disciplinata calma.
In quasi tutte le società gli uomini giungono al campo di tiro e senza
prendere una formazione di riga, senza indossare il cinturino colla giberna,
imbracciano il fucile e sparano di seguito 12 e talvolta 18 colpi (2 o 3 lezioni);
e, per quel giorno hanno finito, siano essi militari di 1^, 2^ o 3^ categoria.
Ognuno vede che i tiri così fatti, non possono tornare utili, ed anzi
sono dannosi, perchè deleteri ad una sana preparazione d’insieme,
ad un vantaggioso e continuato esercizio. Il procedimento è poi contrario
a qualsiasi spirito di disciplina, d’istruzione e di vantaggio Nazionale,
al cui scopo tende l’istruzione del Tiro a Segno.
Di una tale irregolarità si fanno principalmente responsabili i signori
Direttori di Tiro, ma costoro sono travolti dalla tirannia dei programmi concordati
dalla rispettive Presidenze. Ma i signori Direttori di Tiro, che nelle presidenze
rappresentano l’autorità militare ed hanno nella parte tecnica
un voto decisivo, per assolvere il proprio mandato non devono trovare giustificata
la loro opera inerte in seno alla Presidenza.
Tengano presente le Presidenze, che per divenire abili nel tiro e mantenersi
buon tiratore più che le naturali attitudini valgono gli esercizi continuati
nel puntamento e nello sparo dell’arma, eseguito con ordine, con disciplina,
con calma; e il divenire abile nel tiro è dovere principalissimo di chi
appartiene ad una Società di Tiro.
A questo criterio devono le Ill.me Presidenze informare i loro programmi, non
tralasciando di comprendere in essi le gare straordinarie da promuovere tra
i soci, dopo eseguite le lezioni regolamentari in ogni periodo di tiro, richiedendo
agli stessi soci una contribuzione volontaria.
Premesso quanto sopra, si indicano succintamente le norme alle quali devono
corrispondere i programmi che presto dovranno essere concordati dalle Ill.me
Presidenze ed inviati in comunicazione alla Direzione Provinciale di Tiro, giusta
la notificazione Ministeriale n° 23 dello scorso anno, inserta nel periodico
“Il Tiro a Segno”.
1°. Le esercitazioni annuali, per nessuna Società, saranno di un
numero inferiore a 25, per quanto sia esiguo il numero dei rispettivi soci.
Per ognuna delle esercitazioni sarà indicato il giorno, l’ora,
la lezione da eseguire, ovvero la istruzione, e quali soci sono chiamati ad
eseguirla. Nell’indicare i soci tener presente che in una giornata di
tiro si possono esercitare 50 tiratori per ciascuna linea di tiro.
2°. In massima non si dovrà eseguire che una sola lezione di tiro
al giorno. Nè le Ill.me Presidenze devono scostarsi da questa massima
inspirandosi agli interessi dei singoli soci. Il regolamento dà facoltà
al solo Direttore del Tiro, per casi speciali e sotto la sua responsabilità,
di fare eseguire dal medesimo tiratore due lezioni nella stessa giornata lasciando
un lasso di tempo tra una e l’altra lezione.
3°. Per nessun caso si dovranno eseguire nella stessa giornata le due prime
lezioni di tiro, le quali vanno così regolate:
pei tiratori poco abili, si eseguirà una lezione al giorno, alla distanza
di 100 metri in modo che sia una vera e propria preparazione al tiro.
per i tiratori abili, si eseguirà la 1^ con la 3^ e la 2^ con la 7^ alla
distanza rispettivamente di 200 e 300 metri, in modo da costituire dei colpi
di prova.
4°. I soci del reparto milizia di 1^ categoria devono eseguire per godere
i vantaggi di cui l’articolo 8 della legge tutte le lezioni di tiro nei
giorni per essi indicati, ma è d’uopo che si assoggettino al tiro
disciplinato richiesto dall’istruzione.
Il vantaggio che ottengono frequentando il tiro a segno è troppo grande
per non preferire il piccolo sacrificio loro richiesto, di portarsi al campo
sociale in quell’ora, in quel giorno, indossare cinturino e giberna e
prendere regolare formazione in riga, per la squadra di tiro. Siano esigenti
i signori Direttori di Tiro e non si lascino fuorviare dalla responsabilità
che incombe loro, da falsi interessi dei singoli, o per timore di veder sfollata
la società. Il tiro a segno è istituito per interesse Nazionale,
prima di tutto.
Per i soci di 2^ e 3^ categoria è necessario che si faccia precedere
il tiro dalla istruzione prescritta dal Compendio, e che dovrà essere
svolta per intero per i nuovi, ricordata sommariamente per gli altri già
istruiti. Anche delle istruzioni dei militari di 2^ e 3^ categoria, dovranno
tener conto le Ill.me Presidenze nel deliberare i loro programmi; e i signori
direttori di tiro vorranno, in base alla designazione dei giorni assegnati,
stabilire il reparto delle istruzioni e trasmetterne copia allo scrivente.
5°. Le esercitazioni di tiro regolamentare devono sempre essere presenziate
dal Direttore del tiro, o per sua delegazione dal vicedirettore.
Da quanto precede, quest’Ispettorato nutre fiducia di trovare concorde
l’opera dell’Ill.mi Presidenti e Sigg. Direttori e Vice-direttori
di tiro, inspirati come sono all’interesse nazionale, al cui scopo tanta
attività gratuita profondono nel sodalizio. Da parte sua lo scrivente,
informandosi agli stessi sentimenti, non potrà non tenersi ligio alle
prescrizioni Ministeriali, esigendo che vengano da tutti osservate; altrimenti,
la istituzione del Tiro a segno risulta sfruttata dai singoli e a nulla serve
al Paese, che pure profonde danari per il Tiro a Segno.
Il Maggiore
Ispettore Provinciale
Il 17 Giugno 1914, nella sede del Comune di Lonigo, presenti il Presidente della
Società, il Segretario e n° 2 testi, veniva assegnato l’appalto
per i lavori di costruzione del poligono. Fu incaricata l’impresa Antonio
Toffanin di Lonigo.
Il giorno 21 seguente, ad ore antimeridiane, nella sala municipale delle adunanze,
si riconfermava l’Ufficio di Presidenza della Società con tutti
i suoi componenti.
Il 14 di Novembre dello stesso anno, nel pomeriggio, la Presidenza al completo
si riuniva per stabilire le modalità relative all’apertura di un
concorso per la nomina del custode-armaiolo del Tiro a Segno. Venne stabilito
il compenso da asssegnare ed il diritto per lo stesso di fruire dell’alloggio
gratuito. La scadenza dell’avviso di concorso venne fissata al giorno
30 di Novembre successivo.
Il 10 di Dicembre, la Presidenza riunita in seduta, presente anche il signor
Sindaco, deliberò di nominare custode-armaiolo del Tiro a Segno di Lonigo
il signor Crestanello Silvio fu Giacomo.
Nel frattempo, i lavori di costruzione, iniziati circa sei mesi prima, venivano
ultimati ed il 15 Marzo 1915, il Genio Militare di Verona procedeva al collaudo
del poligono di tiro.
L’inaugurazione dell’impianto si tenne il 21 di Marzo seguente alla
presenza di moltissime autorità civili e religiose, primo fra tutti il
signor Prefetto della Provincia di Vicenza, e di gran parte dei cittadini di
Lonigo.
Il giorno seguente l’evento veniva riportato su alcuni quotidiani tra
cui i seguenti: “La Provincia di Vicenza”, “L’Arena
di Verona”, “Il Gazzettino”, “L’Adige”,
“L’Adriatico”.
L’articolo apparso sulla Provincia di Vicenza fu il più esauriente
e riteniamo interessante riportarlo integralmente:
“ Titolo: LONIGO INAUGURA SOLENNEMENTE IL POLIGONO DI TIRO A SEGNO “
Alla festa civile e patriottica che specialmente nell’attuale momento
politico assumeva una particolare significazione, la cittadinanza leonicena
ha ieri partecipato con uno schietto fervore.
Autorità Civili e Militari, rappresentanze di Società di Tiro
a Segno venute anche da lontano, la bellezza della tepida giornata primaverile,
concorsero a dare alla cerimonia una singolare solennità.
Le vie della città erano fin dalle prime ore del mattino tutte imbandierate
volendo anche in tal modo i leoniceni manifestare col saluto deferente agli
ospiti il loro compiacimento per una festa alla quale l’Autorità
Municipale e la Presidenza del Tiro a Segno ben a ragione vollero e seppero
dare tutta l’importanza che si meritava.
LA RIUNIONE IN MUNICIPIO
Alle 10,30 convennero in Municipio Autorità e rappresentanze.
Vediamo fra tutti: S.E. il Principe Alberto Giovanelli deputato del Collegio,
giunto la sera innanzi da Roma per presenziare alla festa; il Prefetto comm.
Ferrari, l’assessore Piovene pel Comune di Vicenza, il Sindaco di Lonigo
comm. Dalla Torre con gli assessori D’Agnolo-Vallano, Ferraretto, Padovani,
Rosa, Giuseppe Pasini, e Gustavo Adolfo Carlotto, quest’ultimo anche come
Presidente della Società di Tiro a Segno e il sig. G. Pasini come vice
presidente della società stessa; il rag. Fortuna pure vice presidente;
il tenente dott. Mario Mugna e il sottufficiale Silvio Antonin vice-direttori
del Tiro a Segno; il segretario Scortegagna; il co. Balbi; il sig. Canciani
pella Soc. Tiro a Segno di Udine; il pretore di Lonigo avv. Segati, l’avv.
Dal Monte cav. Ettore; l’egregio sig. Romano Campanaro vice-presidente
della Società Operaia Agricola di M.S. di Lonigo, il dott. cav. uff.
Carlo Porta, il sottotenente Festari, il sig. Bosi, il dott. Caovilla, il prof.
Fabris direttore delle Scuole Tecniche, il dott. cav. Giacometti, il capitano
Narducci, il prof. Guerriero, il cav. Villardi, Angelo Pasini, i signori Geremia,
Boroni, Valle-Longini, Creazzo, il cav. Zavarise, Donato Donati, il cav. Trevisan,
Martinello, ing. Toniatti e sig. Santagiuliana pel Tiro a Segno di Vicenza,
i signori Rosa, Mosca, Dalla Vecchia e moltissimi altri di Lonigo e di fuori
di cui ci sfuggono i nomi.
Erano pure rappresentate le Società di Tiro a Segno di Legnago, Soave
, Valdagno, Arzignano, Cologna; le Società Giuochi Sportivi; M.S. Maschile
e Femminile, Collegio Dante, Scuole Tecniche, Scuole Elementari, Reduci Patrie
Battaglie di Lonigo, tutte con bandiera.
Agli ospiti viene offerto il vermout d’onore.
AL POLIGONO – L’INAUGURAZIONE DEL CAMPO DI TIRO E DELLA BANDIERA DELLA SOCIETA’
Formatosi quindi il corteo – con in testa le Rappresentanze, le Bandiere,
la Banda Cittadina e nel quale si notano parecchie signore e signorine –
esso si reca al Poligono di Tiro a Segno, ove ha luogo la cerimonia inaugurale.
Il nuovo Poligono, collocato in sito assai comodo, framezzo ad una ridente verdura,
si presenta in forma assai grandiosa. E’ lungo m. 300 suddiviso in varie
distanze di tiro, oltre a quello per la pistola; ha un parapetto in terra alto
ben 11 metri e largo 68, diaframma e quinte in sasso rivestite d’arice
di varia fattezza ed altezza. La palazzina d’entrata presenta ogni comodità:
sala della direzione, d’armeria, laboratorio, abitazione del custode,
ecc. Si ha subito l’impressione d’una grande e bella opera fatta
con criteri moderni e con tecnica sicura e sapiente. Ne è autore l’ing.
cav. Giovanni Carraro, che venne validamente coadiuvato nell’esecuzione
dei lavori dal sig. Adolfo Maretini.
Parla primo il sig. Gustavo Adolfo Carlotto, attivo Presidente della Società
Mandamentale di Tiro a Segno, il quale così esordisce:
“ Non l’arma nel pugno per offendere per assalire, bensì
per tenerci sempre pronti all’appello sovrano nell’interesse supremo
del nostro Paese. Ecco il principio su cui si basa la nobile istituzione del
Tiro a Segno. Questa la guida alla palestra di educazione che oggi inauguriamo
a Lonigo ! “
Dopo aver, in una sintesi efficace, acclamato alla storia del Tiro a Segno in
Italia, che fu fra le prime nazioni a comprendere l’importanza somma di
addestrare la gioventù all’uso delle armi – l’oratore
rileva che Lonigo, pronta all’appello della Patria, nel dicembre 1883
dava vita ad una Società Mandamentale che veniva riconosciuta dalla Direzione
del Tiro a Segno Nazionale di Vicenza con decreto Prefettizio di quell’anno.
Il 20 gennaio 1884 veniva nominata regolarmente anche la presidenza della Società
e per due anni continui essa fece inutili pratiche per ottenere il poligono
necessario al funzionamento, tanto che stanca e scoraggiata la presidenza stessa
il 27 dicembre del 1885 rassegnò le proprie dimissioni.
Così la nostra gioventù, obbligata a frequentare ogni anno le
lezioni regolamentari, dovette usufruire dei poligoni delle vicine Società
consorelle.
Finalmente a Lonigo, il lungo desiderio nostro viene soddisfatto e potremo così
noi stessi, coll’entusiasmo che arde nei nostri petti, dar florida vita
a questo campo che vorremo diventi veramente glorioso.
E sia d’augurio quest’aura di primavera che proprio oggi si risveglia
tra il verde dei prati ed il sole splendente; ed il tricolore che qui sventola
allegro sia sempre quello che tiene in alto nei nostri cuori gl’ideali
per i quali l’Italia oggi è una, libera forte!
Questa palestra dello spirito e del corpo, o cittadini, renderà certamente
all’Italia soldati valorosi che sapranno ognora renderla temuta e rispettata
in pace; ma se l’orrore della guerra vorrà trascinarci sul campo
del dovere, noi, consci di ciò che la Patria aspetta, risponderemo col
grido del Poeta:
Alto, o fratelli, i cuori! Alto le insegne e le memorie! Avanti, avanti, o Italia nuova e antica. “
Il bel discorso del sig. Carlotto è interrotto e salutato
alla fine da grandi applausi.
Segue il Sindaco comm. Dalla Torre il quale esprime il compiacimento suo e della
città di Lonigo, per vedere compiuta un’opera patriottica da tanto
tempo desiderata e reclamata e della quale certo la gioventù leonicena
saprà approfittare degnamente.
Il Prefetto comm. Ferrari premette che in quest’ora la migliore eloquenza
è il silenzio; fatti occorrono più che frasi. Esprime il suo compiacimento
per la inaugurazione del Poligono di Tiro a Segno, dove i giovani si addestreranno
all’uso delle armi per essere pronti ad ogni richiamo della Patria.
L’on. Giovanelli si compiace anzitutto vivamente col sig. Gustavo Adolfo
Carlotto e con tutti i membri della Presidenza e Direzione del Tiro a Segno
per avere saputo condurre a compimento quell’atteso Poligono che era da
lungo tempo desiderato da Lonigo e dai paesi limitrofi; elogia l’ingegnere
progettista cav. Carraro per il lavoro genialmente ideato e felicemente riuscito.
Rileva l’utilità del Tiro a Segno, giovando assai alla Patria che
i giovani si addestrino all’uso delle armi. Non gli par senza significato
che abbia Lonigo inaugurato il suo Poligono nell’ora in cui l’Italia
si accinge a rivendicare legittime aspirazioni nazionali, ad affermare i suoi
incontestabili diritti di Grande nazione. Come gli sembra pieno, non soltanto
di gentilezza, ma ancora di eloquente solidarietà nel culto ai supremi
doveri della Patria, il dono grazioso delle Dame Lonicene, che offrono alla
Società di Tiro a Segno la Bandiera perchè sia anch’essa
simbolo di disciplina e di fede, di energia e di amore: le virtù che
più sono necessarie a un popolo perchè possa essere realmente
degno de’ suoi alti destini.
Tutti gli oratori – e particolarmente l’on. Giovanelli, che ha parlato
con grande sentimento e con schietto fervore – furono applauditissimi.
Il capitano Narducci porta alla festa l’adesione e il saluto dell’esercito
in un lungo, patriottico discorso, pure assai applaudito.
Il co. Cesare Piovene reca alla cerimonia il saluto e l’adesione della
città-capoluogo. Vecchio tiratore partecipa con tanto maggiore esultanza
alla festa che celebra il sapiente esercizio delle armi, ed auspica, applaudito,
alla sempre maggiore grandezza della Patria.
La gentile signora Angelina Dalla Torre, madrina della bandiera, presenta quindi
il nuovo Vessillo, dono delle Dame Lonicene, al Presidente della Società
di Tiro a Segno, che lo riceve ringraziando ed esprime tutta la riconoscenza
sua e del Sodalizio pel caro dono.
Il nuovo Vessillo tricolore finemente lavorato, recante nel mezzo lo stemma
della Società di Tiro a Segno, è salutato al suo apparire da uno
scroscio interminabile di battimani.
Finiti i discorsi viene sparato il colpo di fucile battesimale ed indi Autorità
ed invitati sono condotti a visitare il nuovo Poligono inaugurato. Dopo di che
si torna in città.
IL BANCHETTO
Alle ore 12,30 nella sala maggiore del Palazzo Comunale, ebbe
luogo il banchetto di circa 80 coperti. La sala è riccamente e signorilmente
ornata per l’occasione di piante verdi e di bandiere. In un lato spicca
il Vessillo della Società di Tiro a Segno Leoniceno testè inaugurato.
Le tavole sono pure imbandite con finezza e buon gusto.
Il “menu” reca: Consommè – Pollo con risotto –
Flamm. di spinacci – Roosbeaff guarnito – Dessèrt –
Frutta – Caffè e liquori. Vini: Valpolicella, Soave, Champagne.
Al tavolo d’onore siedono: nel centro il Prefetto comm. Ferrari che ha
ai lati S.E. l’on. Principe Alberto Giovanelli, il Sindaco comm. Dalla
Torre, il Pretore Segati, l’ass. di Vicenza Piovene, il sig. G.A. Carlotto,
presidente della Società di Tiro a Segno, il capitano Narducci ed altre
notabilità.
Il pranzo fu servito inappuntabilmente dal signor Olinto Marchi dell’Albergo
“Rosa d’oro” di Lonigo.
Allo champagne ha preso primo la parola il Sindaco comm. Dalla Torre che ha
ringraziati gli ospiti in nome di Lonigo, compiacendosi dell’ottimo risultato
della patriottica festa.
L’ing. Giuseppe Toniatti reca l’adesione della Società di
Tiro a Segno Vicentina: aveva portato seco un lungo discorso da leggere all’inaugurazione
ufficiale; ma poi – dato il nome e la qualità degli oratori –
si è in buon ordine ritirato, rimangiandosi la chiaccherata (si ride).
Ma non può non compiacersi colla Società consorella della festa
odierna in cui essa realizzò un antico sogno ed esprime il voto che la
Società di Tiro a Segno Leonicena sappia nelle gare riuscir così
vittoriosa da ornare il Vessillo, che ha ora inaugurato, di tante medaglie quante
ne porta la Società di Vicenza sulla sua fiammante bandiera (vivissimi
applausi).
Il prof. Fabris, direttore delle Scuole Tecniche di Lonigo, con una patriottica
invocazione rivolge un pensiero ai fratelli di Trieste e di Trento, che aspettano
l’ora della liberazione, sicuro che nel dì della prova suprema
i leoniceni, senza distinzione di partiti, di età, di sesso, faranno
il loro dovere, come lo faranno certo tutti gli italiani. Con tale voto e con
tali speranze saluta la Società di Tiro a Segno l’Esercito, il
Re e la Regina (grandi applausi).
LE ADESIONI - UNA BELLA LETTERA DEL GEN. MOSSOLIN
Infine il sig. Gustavo Adolfo Carlotto dà lettura delle
molte adesioni pervenute, fra le quali notiamo quelle del Comando del V. Corpo
d’Armata, della Deputazione Provinciale di Vicenza, dell’on. Teso,
del Genio Civile di Vicenza, del gen. Gastaldello, del gen. Aliprandi, dell’ex
Commissario Prefettizio Bolis, del cap. Schiesari, del cav. Frigo, del cav.
Farina, ecc.
Ci piace pubblicare integralmente questa nobilissima lettera di adesione diretta
al Presidente della Soc